L’acqua, protagonista dei consigli estivi di medici e nutrizionisti, è fondamentale per mantenere l’idratazione di organi e tessuti, ma, secondo una ricerca condotta dagli studiosi della School of Psychology della University of East London, avrebbe un’altra azione benefica fondamentale: aiuterebbe il cervello nelle prestazioni cognitive, soprattutto in quelle che richiedono una risposta rapida e in particolar modo nel momento in cui ci si sente assetati.
I ricercatori inglesi hanno registrato le riposte di 34 volontari, che non avevano né mangiato né bevuto per un’intera notte (dalle 21 fino al momento della sperimentazione), a compiti di memoria, attenzione, apprendimento e i loro tempi di reazione.
In seguito, i soggetti sono stati sottoposti agli stessi stimoli sia con un’alimentazione che prevedeva una sola barretta di cereali sia con una che comprendeva una barretta e 775 ml d’acqua. I risultati, pubblicati sulle pagine della rivista «Frontiers in Human Neuroscience», confermano quanto sia fondamentale per tutto il corpo l’idratazione: i tempi di reazione in coloro che avevano bevuto l’acqua erano maggiori del 14%, soprattutto nei soggetti che si erano detti assetati.
L’ipotesi degli studiosi è che avere sete distoglie il cervello dai compiti che gli si richiede di assolvere. «Potrebbe essere che i processi fisiologici influiscano sulle prestazioni nei diversi compiti in modi altrettanto diversi – ha spiegato la dottoressa Caroline Edmonds, parte dell’équipe – . La sete potrebbe portare a una migliore performance su alcuni compiti, perché l’ormone vasopressina, che attiva la risposta della sete, è anche legato all’attenzione e all’eccitazione».
Fonte: Il Messaggero
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