In un millennio e mezzo l’Abbazia di Montecassino è stata distrutta ben quattro volte, tre per mano degli uomini ed una per cause naturali. La prima distruzione avvenne tra gli anni 577 e 589 ad opera dei Longobardi. La seconda distruzione nell’883 ad opera dei Saraceni. La terza distruzione nel 1349 a causa di un terremoto, quindi un evento naturale. La quarta tra il 15 e il 18 febbraio del 1944 a causa dei bombardamenti Alleati.
Pensare che Cristiani abbiano deciso di distruggere volontariamente una delle più importanti abbazie Europee è un atto senza giustificazione. Probabilmente il bombardamento dell’abbazia di Montecassino è il peggior atto sacrilego verso la Cristianità del XX secolo. Ma la cosa più scellerata è la giustificazione data molti anni dopo dal Generale Alexander: il bombardamento dell’Abbazia di Montecassino era necessario più per l’effetto che avrebbe avuto sul morale degli attaccanti che per ragioni puramente materiali.
Quando i soldati combattono per una causa giusta e sono pronti ad esporsi alla morte ed alle mutilazioni in questa lotta mattoni e calce, per venerabili che siano, non possono prevalere sulle vite umane.
Nel contesto generale della battaglia di Cassino come si poteva lasciare intatta una struttura che dominava il campo di battaglia?
I numeri da soli chiarisco la follia voluta da Alexander e dall’ottuso Generale Neozelandese Barone Bernard Freyberg. Ad oggi non si sa esattamente quante furono le perdite complessive nel corso delle quattro battaglie di Montecassino, perché questo numero ancora aumenta, visto che si continuano a recuperare corpi di soldati morti.
E’ comunque realistico pensare a circa 107.000 soldati caduti provenienti da 32 nazioni diverse, di cui almeno: 24.000 Tedeschi; 22.000 Americani; 22.000 Britannici; 7.200 Francesi; 4.000 Polacchi; 3.000 Maori Neozelandesi; 1.700 Indiani.
Civili a parte, anche noi Italiani avemmo le nostre perdite con 398 soldati appartenenti al corpo di liberazione.
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