In vigore nuove norme dalla prossima vendemmia: i viticoltori potranno utilizzare il termine ‘biologico‘ in etichetta
Nasce il ‘vino bio‘: dopo anni di ricerca prima e di negoziati poi, è stato raggiunto l’accordo che fissa le regole di produzione nell’Ue per definire ed etichettare un vino come ‘biologico’. Sparirà così il “vino ottenuto da uve biologiche”, unica definizione esistente finora.
Che cosa cambia?
Fino ad oggi non esisteva una legislazione comunitaria specifica per la produzione biologica di vino: il massimo che il consumatore poteva trovare in commercio era quello prodotto al 100% da uva bio. Ma il vino non è fatto di sola uva, bensì di tecniche di produzione e di conservazione, che comprendono tutte le pratiche che trasformano la vite che si coltiva nelle bottiglie che acquistiamo.
Per questo, l’8 febbraio il Comitato permanente per la produzione biologica (Scof), ha indicato tutte le regole da adottare per avere un vino bio e riconosciuto come tale nei 27 Paesi europei.
Le nuove regole
Naturalmente, si dovrà ancora produrre a partire da uva coltivata secondo le regole della produzione organica e, va da sé, non si possono mesoclare vini bio e non bio. Ma non solo.
Scattano tutta una serie di pratiche enologiche da rispettare, ecco le principali:
• viene definito un massimale per l’aggiunta di solfiti, una pratica usata per preservare il vino, per far sì che non si trasformi, in varie fasi del processo di produzione. I tetti sono rispettivamente di 100 mg ogni litro di vino rosso e 150 nel caso del vino bianco: si tratta di valori inferiori di 50mg/l rispetto a quello tradizionale. Un’eccezione è prevista per i vini che possiedono un maggior quantitativo di zucchero (più di 2 grammi al litro) e che avranno diritto a 20 mg/l di solfiti in più.
• è vietata la desolforazione. Si tratta di una tecnica usata per conservare il mosto, aggiungendogli grosse quantità di solfiti (mille, duemila mg/l). Nel momento in cui si rimette mano al mosto, la presenza di solfiti va eliminata (appunto, “desolforazione”), riscaldando il mosto. Si è ritenuto che questa pratica non fosse compatibile con le tecniche naturali di produzione del vino;
• è vietato l’uso di acido sorbico, usato oggi per alcuni vini del sud della Spagna;
• il filtraggio è consentito, ma viene prevista una dimensione massima dei pori dei filtri, affinché non vengano eliminate con questa tecnica alcune specificità del prodotto;
• le tecniche che prevedono il riscaldamento del vino sono consentite fino a un massimo di 70°. No, quindi, alla pastorizzazione e alla sterilizzazione.
Fonte: Laura Serassio
Cibo sano prodotti 100per100 italia store della dieta mediterranea www.dietamediterranea.srl dieta mediterranea srl, prodotti della dieta mediterranea, fitness, piramide alimentare, made in italy, health food
Comments are closed.