Le donazioni delle aziende food per l’emergenza Coronavirus

Mentre avanza l'emergenza si moltiplicano le donazioni e i sostegni concreti di privati e aziende. La gara di solidarietà tra i filantropi del food

Portrait of Farmer with Digital Tablet in GreenhouseC’è bisogno di posti letto, ventilatori per attrezzare le terapie intensive che accolgono i pazienti più gravi, sostegno alle fasce deboli della popolazione cominciando dagli anziani che ora sono più a rischio di contrarre il coronavirus: per tutto questo, e molto altro, anche tanti privati e aziende stanno facendo la loro parte, con cospicue donazioni e sostegni concreti per uscire dall’emergenza.

LE DONAZIONI DELLE AZIENDE
In prima linea diversi brand food, cominciando dal Gruppo Lavazza che ha appena stanziato 10 milioni di euro: sei saranno destinati alla Regione Piemonte per sostenere le strutture sanitarie, tre milioni andranno alla Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi che si occupa anche di supportare scuole e anziani, e un altro milione di euro ad associazioni ed enti impegnati per tutelare le fasce più deboli e disagiate della popolazione.

Scrive l’azienda in una nota: «Il Gruppo Lavazza, insieme ai suoi collaboratori, desidera dare un segnale positivo e di impegno concreto, nella convinzione che con il contributo congiunto e immediato di tutti si possa uscire dall’emergenza e consentire all’Italia di ripartire».

Anche la Famiglia Ferrero, attraverso Ferrero Italia, ha stanziato 10 milioni di euro: una donazione interamente devoluta al Commissariato per la gestione Emergenza Coronavirus.

Il Gruppo De’ Longhi dona 3 milioni di euro per le iniziative di lotta contro il Covid-19. Di questo importo, 2 milioni vanno alla Regione Veneto, a sostegno di tutte le sue attività e strutture impegnate in prima linea nella lotta al coronavirus, e 1 milione di Euro a favore dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. «È un contributo di solidarietà che riteniamo doveroso – commenta il Presidente Giuseppe De’ Longhi – per un territorio a cui questa società e la mia famiglia si sentono intimamente legati ed il segno di una presenza tangibile, per quello che ci compete come azienda, in questo momento di estrema necessità».

Il Gruppo Barilla ha effettuato una donazione di oltre 2 milioni di euro. Andranno dell’Ospedale Maggiore di Parma per migliorare le attrezzature e le funzionalità della terapia intensiva, alla Protezione Civile e alla Croce Rossa per acquistare dispositivi medici e logistici per fronteggiare l’emergenza, e serviranno per munire di ventilatori polmonari le strutture mediche regionali dell’Emilia Romagna. Il Gruppo Barilla, inoltre, si sta adoperando anche per donare prodotti alimentari alle associazioni che sono in prima linea per fronteggiare l’emergenza. «L’Italia che resiste siamo tutti noi: sono le persone che operano anche nella filiera alimentare, sono tutti i lavoratori che con senso di responsabilità ci permettono di continuare a portare i nostri prodotti nelle case degli italiani. E sono, soprattutto, i medici, gli infermieri e tutti gli operatori a cui siamo immensamente grati per il lavoro straordinario che stanno facendo per fronteggiare l’emergenza», ha dichiarato Luca Barilla, Vicepresidente del Gruppo Barilla.

La famiglia Rana ha subito donato 400mila euro agli ospedali veneti, e Gian Luca Rana, amministratore delegato del Pastificio, ha varato un piano straordinario di aumenti salariali, del valore di 2 milioni di euro per i 700 dipendenti presenti nei cinque stabilimenti in Italia che stanno garantendo la continuità negli approvvigionamenti. Tra le misure previste, valide retroattivamente dal 9 marzo, una maggiorazione dello stipendio del 25% per ogni giorno lavorato, un ticket mensile straordinario di 400 euro per le spese di babysitting. L’azienda, inoltre ha stipulato una polizza assicurativa a favore di tutti i dipendenti del Pastificio Rana, compresi quelli in smart working, in caso di contagio da Covid-19.

Amadori ha donato 2,2 milioni di euro, di cui 1 milione destinato ad acquistare attrezzature medicali e supporti di prima necessità per strutture sanitarie ed enti di volontariato, 1,2 milioni per mettere a disposizione di tutti gli operai della sua filiera, tuttora impegnati al lavoro, buoni spesa alimentare. Ha anche predisposto una copertura assicurativa sanitaria per tutti i lavoratori del Gruppo.

Il Gruppo Veronesi (Veronesi, Aia, Negroni) ha stanziato 2 milioni di euro a sostegno delle famiglie dei i dipendenti e delle strutture sanitarie pubbliche dei territori in cui è presente.

Coca-Cola ha fatto una donazione di 1,3 milioni di euro a Croce Rossa Italiana che – coordinata dalla Protezione Civile – sta fornendo un sostegno fondamentale per debellare la pandemia, e inoltre sta offrendo i propri prodotti a 10.000 operatori sanitari in prima linea per l’emergenza. Infine, a nome dei dipendenti dello stabilimento siciliano di Sibeg saranno donati 80mila euro all’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania per acquistare apparecchiature e dispositivi medico-diagnostici per i reparti di Terapia Intensiva e Rianimazione.

McDonald’s Italia e Fondazione per L’Infanzia Ronald McDonald hanno donato 1 milione di euro per far fronte all’emergenza COVID-19 nella Regione Lombardia. La donazione servirà per il nuovo ospedale dedicato alla cura dei malati di COVID-19 nei padiglioni della Fiera di Milano e per acquistare un’unità completa di rianimazione per potenziare il reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale Buzzi.

Orogel, tramite la sua Fondazione onlus Fruttadoro Orogel F.or. ha devoluto 800mila euro destinandone gran parte all’ospedale Maurizio Bufalini di Cesena per l’acquisto di attrezzature per il reparto di terapia intensiva, e la restante alla Caritas di Cesena per iniziative di aiuto e sostegno ai più bisognosi.  Il Gruppo Mutti ha donato 500mila euro all’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma. Intanto ha previsto una copertura assicurativa extra relativa al Covid-19 per i dipendenti, e una una maggiorazione del 25% sulla retribuzione riconoscendo il loro l’impegno. L’azienda sta inoltre predisponendo diverse donazioni a livello nazionale, tra le quali l’invio dei suoi prodotti all’Emporio Solidale di Parma e all’Ospedale da Campo di Bergamo. Intanto Fratelli Carli ha devoluto 100mila euro all’ASL1 Imperiese, l’azienda pastaia La Molisana ha acquistato tre ventilatori polmonari destinati al Blocco Operatorio della Terapia Intensiva dell’ospedale Cardarelli di Campobasso investendo 99 mila euro, mentre ANICAV – l’Associazione Nazionale Industriale Conserve Alimentari Vegetali –  ha stanziato 100.000 euro da destinare all’acquisto di attrezzature mediche e materiale sanitario in Campania e Emilia Romagna. La Famiglia Zerbinati ha effettuato una donazione a sostegno dell’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato per l’acquisto di mille tute protettive ad alto contenimento destinate al reparto di rianimazione, e ha stipulato un’assicurazione Covid 19 per salvaguardare la salute dei suoi dipendenti.

I SUPERMERCATI
Esselunga ha donato 2 milioni e mezzo di euro agli ospedali e gli istituti impegnati in prima linea: l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, la Fondazione IRCCS San Matteo di Pavia, l’Ospedale Luigi Sacco di Milano, l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico. La catena di supermercati ha inoltre previsto agevolazioni nei pagamenti per i fornitori. Si aggiungono agli altri 10 milioni di euro donati da Giuseppe Caprotti, primogenito del fondatore di Esselunga Bernardo, che ha istituito un fondo per aiutare le persone più bisognose che sarà coordinato dalla regione Lombardia e dal Comune di Milano. I supermercati Sole 365, presenti in tutta la Campania, hanno poi appena devoluto 100mila all’Ospedale Cotugno di Napoli.

CHI PORTA I PROPRI PRODOTTI
C’è anche chi mette a disposizione i propri prodotti per dare un aiuto immediato a medici e infermieri che, in trincea, non hanno nemmeno il tempo di mangiare: è il caso, ad esempio, di «Aiutiamoli ad aiutarci», il nome di un gruppo di cittadini pavesi che ora grazie a Galbani, Moka Sir’s e Riso Scotti, fornisce all’Ospedale San Matteo di Pavia caffè, merendine, cracker, salumi e yogurt.

IL CONTRIBUTO DEI RISTORANTI
Si muovono anche i ristoranti: l’Unione dei Brand della Ristorazione Italiana (al momento raccoglie un centinaio di attività milanesi), ha già raccolto oltre 100 mila euro da donare a ospedali e enti che stanno combattendo il coronavirus. Franco Pepe, miglior pizzaiolo d’Italia per tutte le guide che contano, ha messo in moto una vera e propria gara di solidarietà: a Caiazzo (Caserta) ha chiuso la sua pizzeria Pepe in Grani prima che il decreto governativo lo imponesse, e intanto ha continuato a lavorare sfornando pane e pizze per gli anziani delle case di riposo della zona e i clochard, e ora lancia un appello ai suoi colleghi ristoratori e chef perché facciano lo stesso. Intanto, con il Lions Caserta Real Sito di San Leucio ha chiamato a raccolta i suoi produttori per donare all’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta un ventilatore polmonare e 40 mascherine facciali filtranti ospedaliere, e continua la raccolta fondi per comprare attrezzature e materiali medici.

Tante le ultime iniziative annunciate, poi, quella di diversi ristoranti che hanno accolto l’appello di Slow Sud, con la collaborazione dell’agenzia RistoratoreTop, e ora preparano e consegnano gratis pasti al personale degli ospedali. Oltre al Sacco, a Milano consegnano  al San Raffaele, il Policlinico, il Fatebenefratelli, il San Carlo, il San Giuseppe e il Bassini di Cinisello Balsamo. Nel capoluogo lombardo hanno hanno già aderito i ristoranti Miscusi, Muu Muzzarella, Li Mastri, FUD bottega sicula e Fancytoast, la pizzeria Loredani, il kebab Star Zagros Kebabbar e la gelateria Gnomo, e tanti altri  si stanno mobilitando in tutta Italia per. Un modo per impiegare i dipendenti, far lavorare i produttori, far sentire a chi è impegnato in prima linea aria di casa, anche se solo per un po’.

Fonte Vanityfair.it

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