Il 25% del grano duro, è importato dalla Francia e da Nord America (leggi Canada). In genere questa materia prima costa di più rispetto al grano italiano ed è anche di ottima qualità. Il grano prodotto in Italia non è sufficiente e per questo l’azienda, come la maggior parte dei grandi pastifici, importa anche da altri paesi come Stati Uniti, Ucraina, Kazakistan. Barilla che è probabilmente il più grande acquirente di grano duro al mondo con 1,4 milioni di tonnellate l’anno, cerca sempre di acquistare la materia prima negli stessi paesi in cui si trovano gli stabilimenti ma se il raccolto dovesse risultare cattivo o non sufficiente, l’azienda compra sul mercato internazionale. Queste precisazioni sull’origine della materia prima sono state rilasciate da Barilla alla Radiotalevisione Svizzera (RSI) poche settimane fa.
Per le aziende del settore non si tratta di una novità. Un documento recente, firmato dall’associazione di categoria che raggruppa i grandi produttori di pasta italiana (Aidepi) precisa che:
1. La produzione italiana di grano duro non è sufficiente a soddisfare le richieste dei produttori italiani di pasta. C’è un deficit di materia prima nazionale pari a circa il 30-40% del fabbisogno.
2. L’industria pastaia importa da sempre grano duro dall’estero. Non è una novità di questi anni. Il mito della pasta italiana si è costruito nell’Ottocento, proprio utilizzando grano di altissima qualità russo e canadese. Il Canada è tutt’ora il principale produttore ed esportare di grano duro al mondo, seguono USA, Australia, Russia e Francia.
L’altra notizia sul grano duro riguarda il nuovo episodio della telenovela la “Battaglia del grano”, girata in Puglia da Coldiretti, che racconta la storia di un gruppo di volontari armati di bandiere gialle che cerca di respingere le navi nemiche cariche di granaglie importate dall’estero. La puntata finisce con le immagini del Corpo Forestale alle prese con un prelievo di grano da un camion e Coldiretti che grazie a un kit speciale fa un’analisi rapida e in tempo reale scopre la presenza di micotossine. Le immagini fanno il giro dei tg e tutti sono soddisfatti dei risultati delle indagini. Abbiamo scovato il grano contaminato che arriva dall’estero. La nuova puntata della telenovela non è andata in onda nei tg e pochissime testate l’hanno raccontata. Si tratta dell’esito delle analisi fatte su quel campione dal Corpo Forestale dello Stato in un laboratorio vero senza le telecamere puntate addosso.
Il comandante Giuliano Palomba che ha eseguito l’esame ci ha confermato che nel grano duro prelevato non ci sono aflatossine mentre le quantità dei contaminanti sono meno della metà del valore massimo stabilito a livello europeo. Grano sicuro al 100%.
Fonte Il Fatto Alimentare