La tracciabilità dei prodotti agroalimentari è una garanzia da dare al consumatore in quanto consente, in caso di eventuali problemi, di risalire lungo tutta la filiera dal prodotto finito alla materia prima usata. Non solo. La tracciabilità è anche una leva competitiva, un elemento di forza sul mercato. È quanto è stato sottolineato ieri a Bruxelles, nel convegno sul tema “Come la tracciabilità può sbloccare il potenziale del settore agroalimentare in Europa”, su iniziativa dell’Enea e della Rappresentanza permanente italiana presso l’Ue.
L’evento, organizzato da Enea insieme alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea con il sostegno di Banca Monte Paschi Belgio, Rai Com, Consenso e BXL Europe, è stato un’opportunità per fornire una panoramica degli scenari attuali e futuri sulla tracciabilità in Europa, riprendendo le fila del dibattito sugli alimenti aperto in occasione di Expo 2015. Il Rappresentante permanente aggiunto italiano presso l’Ue, Giovanni Pugliese, intervenuto nel dibattito, ha sottolineato che “per un Paese come l’Italia, la tracciabilità è un concetto che aiuta ad avvicinare il consumatore alla qualità, non solo alla sicurezza, ed è forte l’interesse dell’Italia a incoraggiare questo sistema senza eccessive semplificazioni”. “Durante la conferenza – ha aggiunto – è stato citato il sistema di etichettatura detto a ‘semaforo’ (indica a seconda di un bollino verde, giallo o rosso se il cibo e più o meno sano per il consumatore ndr): un sistema che a noi non piace perché induce a delle semplificazioni e porta a condannare cibi che noi sappiamo che sono sani”.
Paolo De Castro, membro del Parlamento Europeo e relatore permanente per Expo 2015, ha invece ricordato che la tracciabilità è già obbligatoria nell’Ue, “e va distinta dall’etichettatura su cui si é fatto un passo avanti ma il lavoro non é finito. L’indicazione sui cibi della loro origine non è ancora estesa ai prodotti zootecnici trasformati e gli europarlamentari premono sull’Esecutivo Ue affinché venga applicata almeno ai prodotti monoingrediente”. All’incontro, che ha visto anche la partecipazione di Bruno Pasquino, commissario generale di Expo 2015, ha visto l’intervento di numerosi rappresentanti di istituzioni e imprese italiane ed europee. È stata, inoltre, approfondita una case history dedicata al contributo dei media alla promozione della tracciabilità alimentare, che sarà illustrata da David Bogi, direttore marketing di Rai Com.
La tracciabilità agisce come una leva per mantenere l’integrità della catena di approvvigionamento e per incrementare la produzione e la distribuzione di prodotti, il cui valore aumenta secondo la qualità e l’origine delle materie prime, i processi di produzione, consegna e conservazione. In questo contesto, il progresso nella conoscenza e nell’integrazione di sistemi e dati di elaborazione gioca un ruolo essenziale verso un approccio complessivo alla tracciabilità degli alimenti. Le nuove regole Ue sull’etichettatura alimentare forniscono informazioni obbligatorie per i consumatori, un importante elemento di competitività per gli operatori del mercato perché si rinforza il legame tra origine e qualità, senza che questo rappresenti un onere eccessivo per le imprese.
L’Enea è in prima linea sul tema della sicurezza alimentare con lo sviluppo di nuove metodologie diagnostiche per garantire origine, autenticità e salubrità di materie prime e prodotti e per prevenire la contaminazione lungo tutta la filiera.
Fonte: askanews.it
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