I pm, secondo quel che si è saputo, devono solo avere qualche chiarimento e approfondire alcuni aspetti di contorno in relazione alle gare ‘pilotate’ in cambio denaro versato o promesso come per il polo sanitario ancora da costruire a Sesto San Giovanni e su cui Maltauro, per esempio, ha confermato ampiamente: ha raccontato a inquirenti e investigatori che l’accordo era il versamento di una mazzetta del valore dell’1 per cento dell’appalto in caso di aggiudicazione.
E proprio per completare il mosaico e chiudere con i riscontri i pm la prossima settimana interrogheranno ancora Cattozzo e stanno anche valutando di convocare alcuni imprenditori indagati. Dopo di che, al termine delle loro ulteriori verifiche e salvo imprevisti, i pm (hanno tempo 180 giorni dagli arresti) dovrebbero depositare la richiesta di processo con rito immediato.
Giuseppe Sala. «Vedo assolutamente di buon occhio che a Cantone vengano dati poteri veri». È il commissario unico dell’Expo, Giuseppe Sala, ad affermarlo, a «In Mezz’ora» su Rai3. «Mi auguro che il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione abbia poteri e che io possa far distinguere ciò che funziona da ciò che non funziona all’Expo», aggiunge Sala che, intervistato da Lucia Annunziata sullo scandalo che ha travolto l’Expo, sottolinea: «Sto passando il mio tempo a difendermi. Se Cantone, rinunciasse sarebbe un grande problema, è un servitore dello Stato».
Cupola. «Nessuno aveva segnali che questa cupoletta di pensionati da prima repubblica stesse tirando dentro Angelo Paris», ha detto, a proposito dell’ex manager in carcere da un mese assieme all’ex Dc Gianstefano Frigerio, all’ex funzionario Pci Primo Greganti, all’ex senatore Pdl Luigi Grillo, all’ex Udc-Ncd Sergio Cattozzo e all’imprenditore Enrico Maltauro per l’inchiesta sulla presunta «cupola degli appalti». Sala ha spiegato di non aver avuto segnali fino a tre settimana prima degli arresti quando Paris gli disse che voleva partecipare al bando pubblico di Ilspa, Infrastrutture Lombarde – l’ex dg Antonio Rognoni era stato arrestato – per «il suo futuro» professionale. «Mi disse che in quel momento aveva buoni appoggi politici, a destra e a sinistra e anche di persone vicine a Berlusconi. Quando un mio collaboratore mette tra me e lui un politico – ha sottolineato Sala – c’è qualcosa che non va» ma che ci fossero illeciti non è stato mai sospettato. Sala ha ripetuto che «questa cupola di pensionati della prima repubblica ha preso l’anello debole della catena e l’ha circuito», ma non sono stati girati soldi verso la struttura.
«No ai giochi al massacro». «Accostare la vicenda giudiziaria che si è abbattuta sull’Expo allo scandalo che sta travolgendo il Mose, dove è emerso il pagamento di miliardi di tangenti, significa giocare «al massacro» nel momento in cui occorre «andare avanti» – dice Sala – Quello che è emerso ad oggi, perchè il lavoro della magistratura non è terminato, e che c’è il possibile condizionamento su un paio di gare, una che vale 80 milioni e una 40 milioni. Questa è la dimensione. Non è un fatto rilevante che Paris non abbia preso soldi però accostare ciò al Mose, a miliardi di investimenti e a miliardi di tangenti, allora giochiamo al massacro nel momento in cui bisogna andare avanti».
Incorruttibile. «Chiunque mi conosce sa senza timore di smentita che sono incorruttibile. Per questo non mi si sono mai avvicinati e mai mi avvicineranno».
Renzi. Nel faccia a faccia avuto con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, «il premier mi ha rinnovato fiducia e spinto ad andare avanti. L’Expo sta andando benissimo, abbiamo 177 Paesi presenti, abbiamo già venduto 3 milioni di biglietti, all’estero c’è un’attesa incredibile. Renzi si rende conto della realtà, si tratta di riuscire ad andare avanti» aggiunge Sala.
Napolitano. «Ringrazio il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in un momento difficile è stato quello che mi ha chiamato e mi ha dato il suo sostegno. Gli ho detto che ero a disposizione» e anche a lui «ho detto che il destino è nelle vostre mani».