Quella Mozzarella è “una Bufala”. Caserta, 13 arresti. Procura “rischi per la salute”

Quella Mozzarella è una Bufala. Una vera e propria associazione a delinquere evadeva anche i controlli della Commissione Europea.

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Mozzarella di Bufala

Redazione di FOOD-Magazine.it/

Dopo la pessima figura cui è stata esposta dal New York Times a proposito dell’Olio Extra vergine di Oliva che, a dire delle celebre Testata verrebbe taroccato in Campania, la tanto bella quanto disperata regione torna a farsi riconoscere dalle cronache che sono agguerrite a difesa della salute dei cittadini.

Violazioni del disciplinare di produzione (con latte vaccino mescolato a quello di bufala, altro latte acquistato all’estero) e sul versante dei controlli igienico-sanitari, sono alcune delle irregolarità contestate al caseificio Cantile di Sparanise (Caserta), produttore di mozzarella di bufala campana dop, nell’ambito dell’operazione che ha portato 13 persone ai domiciliari, oltre che al sequestro dell’azienda e dei suoi sei punti vendita. Coinvolti anche alcuni veterinari della Asl preposti ai controlli.

NOCIVO PER LA SALUTE
Il latte utilizzato per la mozzarella dop dal caseficio Cantile non veniva sottoposto al previsto autocontrollo sanitario.
Controlli a campione sul latte giacente nei silos hanno rilevato una carica batterica anche più di duemila volte superiore a quella consentita. In una nota del Procuratore aggiunto di S. Maria Capua Vetere, Raffaella Capasso si legge che la carica batterica era «tale da far ritenere il prodotto finale addirittura potenzialmente nocivo per la salute pubblica»

CASEIFICIO CANTILE
Il Caseificio Cantile, pur essendo tenuto in base al disciplinare di produzione DOP ad utilizzare solo latte di bufala e di provenienza certa, secondo gli esiti delle indagini impiegava abitualmente anche latte vaccino, ed acquistava anche all’estero (Polonia, Ungheria e Francia) partite di latte e di cagliata, di cui veniva celata la provenienza alterando i documenti di trasporto, al fine di contenere i costi.

I pm hanno ravvisato l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, al cui vertice c’erano l’imprenditore Guido Cantile, 58 anni, ed i suoi figli Pasquale e Luigiantonio. Fondamentale era, per l’accusa, la complicità di alcuni funzionari della Asl addetti al controllo sanitario: gli accessi al caseificio da parte dei veterinari per il prelievo di campioni erano preceduti da preavviso ai responsabili del caseificio, e così risultavano quasi sempre favorevoli.

I due funzionari della Asl coinvolti avrebbero anche avvisato i Cantile delle visite ispettive di altri organi, come il controllo da parte della Commissione Europea, e addirittura avrebbero partecipato a riunioni nel caseificio con lo scopo di rimediare agli inconvenienti presenti nella struttura.

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