Al contrario di quanto in molti credono, l’Agricoltura è quel settore dell’Economia e della Società che più sta a cuore all’Europa. E non potrebbe essere diversamente visto che il 90% della superficie totale dell’Unione Europea è costituita da terreni agricoli, e non solo… Il 50% della popolazione risiede in “aree verdi”, sedici milioni sono i lavoratori impegnati nel settore e il 15% delle esportazioni comunitarie è costituito da prodotti agricoli.
Negli anni ’50 veniva istituita la Politica Agricola Comune, dopo che la seconda guerra mondiale aveva fatto razzia, oltre che degli uomini, anche dei campi e del verde d’Europa. Essa nasceva dall’esigenza di promuovere ed incentivare la produzione agricola per rendere l’antico Continente autosufficiente relativamente ai bisogni alimentari primari. Dopo appena un paio di decenni la P.A.C. raggiunse il suo obiettivo e negli anni ’80 si ritrovò già a fare i conti con un significativo surplus di produttività. Intanto e inoltre la spietata concorrenza internazionale e il maturare della coscienza del consumatore, che pretendeva più qualità e sicurezza, prendevano a suggerire una rivisitazione della vetusta politica di sviluppo rurale. Quest’ultima, nei primi anni del nuovo millennio, vira così a sostegno di un’Agricoltura maggiormente competitiva invertendo rotta e puntando verso le nuove richieste sociali e la protezione dell’ambiente.
Riportiamo di seguito le tre grandi aspirazioni della P.A.C.
Migliorare la competitività: Formare e informare gli operatori agricoli. Incoraggiare i giovani ad avvicinarsi al settore. Ammodernare gli impianti pre-esistenti.
Diversificare l’economia e la qualità di vita: potenziare le fonti alternative di reddito, quali attività agrituristiche, microimprese, piccole botteghe artigiane e impianti sportivi. Sarà incentivata la ristrutturazione di villaggi e dei siti di particolare importanza storica.
Gestire il territorio: rispettare l’habitat naturale. Contrastare l’abbandono dell’attività agricola. Sostenere gli agricoltori impegnati in aree svantaggiate. Sostenere politiche “no profit” per il bene e la tutela dell’ambiente (imboschimenti, salvaguardia del benessere degli animali, ecc…).
L’Agricoltura, quindi, non solo continuerà ad essere perno economico e sociale dell’U.E., ma ad essa sarà affidato sempre di più il compito pedagogico di migliorare il Continente e i suoi abitanti.